San Michele

 
 Il Sestiere San Michele di Pagana è l’unico fra i sei che non appartiene alla parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo; infatti l’intero suo territorio è compreso nella parrocchia di San Michele Arcangelo, facente parte del Vicariato di Santa Margherita Ligure. Anticamente San Michele di Pagana (dal latino “pagus” che significa villaggio), era compreso nel Sestiere di Olivastro, il cui toponimo indica chiaramente che l’olivo rappresenta la principale fonte di reddito. Nell’anno 1608, quando venne istituito il Capitaneato di Rapallo, San Michele contava 482 abitanti distribuiti in 100 fuochi. Attualmente il Sestiere confina ad Ovest con il Comune e la parrocchia di Santa Margherita Ligure, a Nord con il Sestiere Costaguta, ad Est e a Sud col Golfo Tigullio. Il limite sud-occidentale è rappresentato dalla “villa del Trattato”, situata lungo la discesa che conduce a Santa Margherita Ligure; poi la linea di confine si porta, sempre ad Ovest, sulla costa di Banchi sino a raggiungere la via Aurelia presso la località Santincielo e quindi sale sulla costa che divide Santa Margherita da Rapallo sino ad un poggio dove s’innalza una Croce (punto più elevato del Sestiere: mt. 241), nei cui dintorni un tempo sorgeva l’osteria “do Fonzi Secchi”.

A Nord il confine fra i Sestieri di San Michele e Costaguta segue esattamente la costa che separa la valle del torrente Boate dai territori di Santa Margherita Ligure e di San Michele di Pagana; questa linea poi scende verso Rapallo, passando poco al di sopra della villa Gattorno, attraversando quindi la via Aurelia e giungendo infine in corso Cristoforo Colombo nel punto in cui vi confluisce la via Macera. Per effetto di questa delimitazione il porto pubblico di Langan e il porto turistico internazionale appartengono al Sestiere San Michele. Le targhe che delimitano i punti estremi sud-occidentale e nord- orientale del Sestiere, sono state murate nel 1988 rispettivamente nel punto più elevato della salita della Pagana (presso il cancello d’ingresso alla villa Spinola) e nel punto in cui dal corso Colombo si stacca la via Macera.

San Michele comprende le seguenti località: Banchi, Briscalli, Capo San Michele, Case Nuove, Castagnino, Cavetto, Costa Burrasca, Costa Piana o Costa Morello, Costigliolo, Langan, Maggio, Montemezzano, Pamini, Pietrafredda, Pomà, Prelo, Punta Pagana, Quattro Strade, Rimessa, San Nicola, Travello e Zuffola. Alcune di queste località sono ricordate in un antico detto dialettale, ancora oggi in voga a San Michele: “Traelo, Praelo, Pomà: træ çittæ in mezo a-o mâ” (Travello, Prelo, Pomà: tre città in mezzo al mare). San Michele è un caratteristico borgo marinaro disposto a mt. 25 sul livello del mare (altitudine della chiesa) tra Rapallo e Santa Margherita Ligure, al margine di una suggestiva insenatura; numerosi stabilimenti balneari, bar e ristoranti ne fanno una stazione di villeggiatura di prim’ordine. L’insenatura principale si articola in tre baie assai caratteristiche: Pomà (o Pomaro), Travello e Prelo, delimitate da belle spiaggette e collegate fra loro da una passeggiata a mare pedonale che offre scorci incantevoli su gran parte del Golfo Tigullio. La baia di Prelo fu sede di un porto antichissimo e sicuro, provvisto di una darsena lunga mt. 100 e larga mt. 7 già deposito di galere e di barche, dove i pirati saraceni si rifugiavano a dividere i loro bottini.

Il Sestiere e le Festività in onore della Madonna di Montallegro

Il Sestiere San Michele “sparava” mortaretti in onore della Madonna di Montallegro dai primi decenni del secolo XVII. Nei primi anni di questo secolo sono nati i “fuochi” come li intendiamo adesso ed anche da San Michele ha iniziato a prendere parte al palio dei Sestieri. Il luogo ove venivano effettuate le “sparate” era il molo Langan, la più bella posizione per questo tipo di spettacolo; sul molo le sere dei primi tre giorni di luglio si facevano dieci tiri e una “sparata” corta per tre volte e quindi una “sparata” lunga, mentre la sera del 3 si effettuava anche il “finale”. La “sparata” del Panegirico si chiude con il “ramadam” al porto e qualche volta nel giardino dei Partigiani. Nell’anno 1923 la “sparata” iniziò a San Michele; qualche volta cominciò a San Nicola con il “ramadam” presso il monumento a Colombo. Il disegno del “ramadam” era  spesso realizzato dal sig. Baghino. Nelle processioni organizzate dal sestiere non mancava mai il Cristo di San Michele; nell’anno 1924 i massari invitarono la confraternita di Sant’Erasmo di Corte, il cui Cristo sfuggì al “portatore” in via Venezia, con molto spavento, ma senza danni. Il Sestiere San Michele per un lungo periodo (dal 1946 al 1957) è stato fra i migliori e talvolta il primo in senso assoluto, grazie anche ai generosi contributi di alcuni appassionati come “o sciò Langin” e i signori Carlevaro, Figari e Pareto. Nell’anno 1958 il Sestiere San Michele ha smesso di “sparare” per mancanza di spazio, poiché vennero iniziati i lavori di costruzione del porto di Rapallo. Nell’anno 1989 si è nuovamente costituito il Comitato per le Feste di Luglio, per cui il Sestiere ha ripreso a “sparare”. Nel passato i massari più attivi sono stati Cevasco Giambattista, Nando Lamera, Ferretto, o Rabbin, Gitto Solari, Pietro Vaccaro (per i fuochi) e Berto, Antonio Figari, Vittorio Queirolo, Felice Rolla (per la chiesa) e Viacava Bruno detto “o Brunin”. Coloro che nell’anno 1989 hanno ricostruito il Comitato grazie a Gnecco Dino sono i massari Docini,  Ferretto Vincenzo, Solari Guido Tassara, Giuliano Tassara, Elvio Bavestrello e Canessa Mario. 

Il fuochista di maggiore importanza che ha “sparato” per San Michele è il famoso Mosto di Recco, che per tanti anni ha lavorato solo per il Sestiere suddetto; si sono susseguiti Leverone Bruno, Ferraro, Pistori BLB Fireworks e a tutt’ora Lieto.La Bandiera del Sestiere è di origini assai antiche, con un disegno che rappresenta San Michele, Sant’Orsola e la Madonna di Montallegro; rifatta successivamente due volte, è stata sempre issata a San Michele, sul pennone della Foce, anche quando il Sestiere non sparava.

I massari del sestiere San Michele

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